Diritti LGBT in Brasile

La bandiera brasiliana adattata con i colori di quella arcobaleno.
Il Brasile avvolto dai colori della bandiera arcobaleno.

I diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in Brasile sono stati quasi completamente equiparati a quelli spettanti e messi a disposizione di tutti gli altri cittadini, compreso il diritto al matrimonio, permesso a livello nazionale dal maggio 2013[1] dopo che nel 2011 il Tribunale Supremo Federale si era espresso favorevolmente nel concedere a 112 coppie composte da persone dello stesso sesso gli stessi diritti legali di quelle sposate[2]. La sentenza dava così per la prima volta alle coppie LGBT che hanno una relazione stabile gli stessi diritti sociali ed economici di cui godevano le famiglie eterosessuali[3].

L'elenco dei vari diritti LGBT concessi nel paese si è via via allungato a partire dalla fine della dittatura militare nel 1985 e con la promulgazione della nuova carta costituzionale tre anni dopo.[4]

Il 23 maggio 2019, la Corte Suprema brasiliana ha stabilito che le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere costituiscono reato, come il razzismo[5][6]

Secondo il Guinness dei primati, la parata del Gay Pride di San Paolo è la più grande celebrazione LGBT dell'intero pianeta, con la partecipazione effettiva di più di quattro milioni di persone nel 2009[7].

Il paese sudamericano conta trecento organizzazioni LGBT che operano attivamente su tutto il territorio nazionale.[8]
Secondo il censimento svolto nel 2010, vi erano più di sessantamila coppie dello stesso sesso conviventi.[9]

In occasione del campionato mondiale di calcio 2014, svoltosi in Brasile, il paese è stato presentato come pioniere nella legislazione a favore dell'uguaglianza per le persone LGBT, caratterizzato da una cultura aperta, tollerante e accogliente.[10]


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